domenica 18 marzo 2012

Immaginazione

Un postino
Uno come me può raccontare tante storie.
Storie parallele, storie incrociate, storie nel vento, il vento mattutino, quello pungente, a cui ancora non riesco ad abituarmi.
Vi vedo, signore e signori, ogni settimana, nelle vostre case, nei vostri uffici, nei vostri jeans, ma per voi sono quasi trasparente, una cornice al mondo esterno, un soprammobile, qualcosa che ci deve essere e che c'è sempre stato. Qualcuno di cui non notereste l'assenza.
In questi anni ho imparato a trarre vantaggio da questa mia invisibilità. Potrei dire a che ora si alza ciascuno degli inquilini del palazzo B di via Monferrati; quale colazione preferisce il ricco signore di via Cavani; potrei imitare l'abbaio acuto del cane abbandonato dietro alla fabbrica grigia.
Sono come una spugna: assorbo dettagli, osservo la routine, ascolto guai, cerco sorrisi. Infine, alla sera, saturo di voci, racconto storie ai miei figli.
Storie alla velocità di una pedalata e mezzo al secondo circa.

Un fiorista
Non amo la sera: il buio nasconde i colori, e io vivo di sfumature. Amo la mattina, e la sua brina sulle foglie.
La mia giornata è soddisfacente, torno a casa satura di odori. La mia giornata è lenta... Torno a casa di corsa.
Ci sono fiori che non vorrei mai vendere. Mi guardano per tutto il giorno, e ho quasi l'impressione che stiano ad ascoltarmi. I fiori sanno tutto di noi, ma probabilmente non ci comprendono, così come noi non capiamo la loro tenacia. Hanno il loro modo di comunicare, e noi siamo troppo distratti per sentire le loro parole.
Ho chiesto a mio figlio di regalarmi una videocamera. Vorrei filmare un fiore che si sveglia, una di queste mattine.

Un fumettista
Le aspettative dei lettori. Le aspettative dei personaggi. Le aspettative dei produttori. Le mie aspettative.
Aspetto, continuamente, anzi no. E' sempre il tempo che deve attendere me, e il mio arrivo.
Scadenze, ritardi, anticipi, orologi ovunque mi giri. Lancette... dovrebbero essere fatte per essere lanciate al capo, non per lanciarmi il suggerimento che è tardi e ho prodotto troppo poco.
Da piccolo ero molto bravo a disegnare e ne andavo fiero. Oggi, ogni mattina, mi sembra di disimparare appena poggio la matita, così, me la porto con me ovunque.
Leggo uno squanterno di libri per essere sempre pieno di idee. A momenti, anche la mia casa è fatta di carta. Carta, legna, alberi, deforestazione? No, sbagliato: io riciclo. Ho moltissime attenzioni per la natura, perché la rispetto: è grazie a lei se posso fare il mio lavoro.
La mia famiglia sono i miei personaggi. Mi accompagnano a casa, mi accompagnano a letto, mi accompagnano nei sogni, e anche a fare la spesa qualche volta... Eh già, non mangio carta, mi nutro come voi anche io.
Sono un po' fissato e paranoico. Forse sono anche troppo curioso, ma non sono mai abbastanza saturo di idee, di spunti o di vite altrui.