lunedì 18 gennaio 2016

Premio di consolazione

"Le risposte sono un premio di consolazione,
non hanno un gran significato.
Quel che importa è quando le porte si aprono e riesci ad andare più a fondo nel mistero,
in uno spazio non concettuale,
in una rappresentazione fedele del mondo che non è fatta di fatti,
ma si basa sul flusso che cambia sempre
e che, per questo, non può essere fermato."

Richard Gere

giovedì 14 gennaio 2016

Consonanti mute

E lasciami dire che le cose che scrivo,
- che si scrive -
sono solo finali di consonanti mute.
Sì, quelle impronunciabili.
Ottusi suoni
definitivi e irripetibili
per la loro mancanza di sobrietà.
Voluminosi assoli,
goffamente nascosti sotto la pretesa di somigliare a leggere vocali,
che vorremmo sentire cantate per sempre nel tempo a venire,
come sommesso sfogo di urla,
taciute sotto il nome della poesia.
Non è forse questo un abuso
di ciò che consideriamo di più alta elezione?
Una maschera indossata sul volto
per assegnarci il diritto
di segnare spessi confini, consonanti e muti?
Chi è il poeta
per deturpare le ali della libertà melodica di questa nostra vita,
solo con un nome o una piccola rima?
Amalia Mora

domenica 3 gennaio 2016

Prospettiva

"Prospettiva è una parola magnifica, che unisce il senso dello spazio e quello del tempo”

Luca De Biase

sabato 2 gennaio 2016

Lettera dal futuro

"Ti scrivo oggi da un posto che chiamano futuro, ma cui ho dato il nome di possibilità.
Le cose che mi circondano hanno il sapore della cenere, più volte le ho disintegrate, più volte le ho ricostruite.
Tutto è momentaneo e prigioniero dei calendari retrogradi e recidivi.
Il tempo è un maggiordomo fedele, custode del Vuoto, sacerdote delle emozioni, nei sobbalzi legge il mutevole ciclo. E la Storia è uno schiavista che non ha pietà dei suoi figli.
Non mi appartengono le biografie di certi scrittori, le loro tristezze, la nostalgia dei loro oceani. Sono ben lontano dalla fotografia spezzata di una solitudine che credono di colmare con la scrittura.
Questo sarà un anno bisestile: è il giorno in più che il condannato a morte chiede per vedere un'altra alba, poiché sopravvivere non è una scelta, ma un istinto innato.
Alzo lo sguardo al cielo, oltre questa giungla di nidi di cemento, alle stelle impotenti e mute di tutto quel che è stato il dolore, le preghiere, le attese stupide e finte, di me e di tutti quelli che sono stati e di quelli che verranno ancora.
Non sono queste però le belle parole di un discorso comune a tutti.
Calligrafia, segno, accenti: tutto è nel mio sangue, scovato e assediato.
Non cercavo ragioni, né rimedi, ma strade.
Attendere se stessi non è mai un'illusione: è la sola vera ricerca.
Appartenersi è il punto di ritorno.
Abbi di te la cura che dio non riserva ai destini degli uomini."

Cardiopoetica

venerdì 1 gennaio 2016

Aprire le dita

Abbiamo bisogno di avere
Debiti, per farci desiderare
Abbiamo bisogno di credere
Alla fedeltà, per amare
Abbiamo il senso di una vita
Dentro al palmo di una mano
O è solo paura di aprire le dita
E lasciarci andare invano