mercoledì 21 dicembre 2016

Anime invernali

"It's actually the souls of the trees we're seeing in the winter.
In summer everything is green and idyllic but in the winter the branches and the trunks all stand out.
Just look at how crooked they all are. The branches have to carry all the leaves to the sunlight.
That's one long struggle for survival."

"In realtà, sono le anime degli alberi che vediamo in inverno.
In estate tutto è verde e idilliaco, ma in inverno sono soltanto i rami e i tronchi a risaltare.
Guarda come sono tutti storti: i rami devono portare le foglie verso la luce.
E' una lunga lotta per la sopravvivenza."

(Nymphomaniac Vol. 1)

martedì 29 novembre 2016

La follia della folla

SCOMPIGLIO.

Generale sussurro
Emotivo groviglio
Bollente trambusto
Tu ascolta che io origlio!
Confuso timore
Agognato appiglio
Affannato gregge
Siamo pecora o coniglio?


domenica 30 ottobre 2016

NUOVA RUBRICA! #Clue

Ho deciso di iniziare una nuova rubrica in cui si parla di salute al femminile, di cicli mestruali, di rapporti sessuali, di curiosità, di uomini, di donne... e di Clue.
Questa idea mi è venuta dal momento in cui faccio parte di un programma chiamato "Clue Ambassador", che ha lo scopo di creare una comunità di persone che guardano al futuro, che si informano e si impegnano per dare la loro voce e il loro supporto per la salute femminile. E' un movimento globale che sostiene tutte le donne e tutti gli esseri umani mestruanti, permettendogli di prendere in mano il loro benessere e, contemporaneamente, di aiutare la ricerca a fare qualche passo in avanti sul tema della salute mestruale.
Il nostro obbiettivo è di coinvolgere ancora più persone a discutere apertamente della propria esperienza di salute mestruale, incoraggiando tutti, donne e uomini, a scambiarsi informazioni, conoscenze, opinioni e supporto.
Crediamo che il mondo abbia bisogno di più persone che supportino la salute femminile, come l'equità di genere. Io mi sono unita a questa voce globale, unitevi anche voi.
Clue è anche un'app, disponibile per Android e iOS, che permette di tracciare il ciclo mestruale e raccogliere dati scientifici.



"Our Clue Ambassadors Program is a community of informed, engaged and forward-thinking people who support and speak out about menstrual health. They are part of a global movement that empowers women and people who menstruate to be in charge of their well-being, while pushing research on menstrual health forward. Our goal is to inspire more people to talk openly about their menstrual health experiences and encourage the exchange of information, experiences and support. We at Clue believe that the world needs more people to support menstrual health and gender equality. Join us as we change the conversation around menstruation for women and people that menstruate around the world."

Quei burloni indù

"Desiderava solo che lo lasciassero in pace tutti, tranne coloro che si sceglieva come compagni di gioco. Era convinto che, se lo avessero lasciato solo, avrebbe raggiunto il Nirvana ormai da lungo tempo...
Si sarebbe tuffato nel suo stesso ombelico e sarebbe scomparso alla vista, come facevano quei burloni indù."

(R. Heinlein)


martedì 25 ottobre 2016

forEver

Per sempre con te
a bere un cucchiaino di caffè

Per sempre con te
a fare castelli
con i tuoi solitari di carte.
A volte, solitari,
si prende e si parte.

Per sempre con te
a pulire i tuoi occhiali
tra i silenzi serali
a raccogliere i tuoi fili
e i tuoi aghi sottili.
Cuci i miei occhi
Ciechi singhiozzi.

Per sempre con te,
sempre in viaggio con una banana,
metti il cappello contro la tramontana
si gonfia di aria la tua gonna di lana
Ora sei libera e voli via lontana.

Sarò per sempre con te
in ogni cucchiaino di caffè


Ciao NonnaNonna

domenica 23 ottobre 2016

domenica 16 ottobre 2016

Il tempo dell'accelerazione

"Aspiriamo ad una soluzione,
aspiriamo alla serenità,
ma non abbiamo tempo,
non abbiamo la pazienza,
non abbiamo la tenacia per cercarla
e ingoiamo riconoscenti soluzioni veloci,
cibo veloce,
sesso veloce,
tutto ciò che promette un rimedio rapido;
viviamo nel tempo dell'accelerazione."

(J.K. Stefansson)


sabato 15 ottobre 2016

Dissociati

"La radicata natura di cacciatore di fronte al desiderio di bellezza,
è ovvio sentirsi dissociati se non sappiamo bene o anzi proprio per niente chi siamo,
o forse piuttosto come vogliamo essere,
un eterno tira e molla tra due opposti, vivere nello sparo o in ciò che se ne vola via illeso - o siamo forse entrambe le cose, il cacciatore e la preda?"
(Stefansson)

http://www.paulkiritsis.net/_blog/Down_The_Rabbit_Hole/post/the-concept-of-dissociation-breuer-freud-and-the-break-from-janet/

domenica 9 ottobre 2016

NUOVA RUBRICA! #PostSecret

PostSecret è un progetto di arte per la comunità, dove le persone inviano per posta (in una cartolina), in via anonima, i loro segreti.
Sul sito web postsecret.com l'ideatore del progetto pubblica ogni domenica i segreti.

In questa rubrica raccoglierò cartoline inviate a PostSecret.com che mi sono particolarmente piaciute.


Nelle piccole comunità

"Non sempre si respira bene nelle piccole comunità.
La mancanza d'aria nelle piccole comunità ti opprime
e se non hai abbastanza ossigeno pensi meno,
o più in piccolo,
la tua visione del mondo si fa più personalistica
e quindi più insignificante."

(J.K. Stefansson)


giovedì 6 ottobre 2016

Magneto - Nick Cave


"Of love, I love, you love, I love, you love, I laugh, you love
I move, you move, you move, and one more time with feeling
I love, you love, I laugh, you love
We saw each other in heart and all the stars have splashed and splattered 'cross the ceiling"

lunedì 26 settembre 2016

The Sound Of Silence - Disturbed


N.B. Da ascoltare a tutto volume. In silenzio.

Lyrics

Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
‘Neath the halo of a streetlamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
No one dare
Disturb the sound of silence

“Fools” said I, “You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said “The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence

domenica 25 settembre 2016

Io preferisco un'amaca

Ma quanto è deserta la strada questa sera?

Ho un amico che mi sta chiamando da un altro continente.

Allora è vero che settembre ha un po' di tristezza, che tutto sembra ancora luminoso, ma è una luce che ci scivola via mentre tentiamo di afferrarla.

Do un calcio a un sasso.

E so perfettamente quand'è che sono tornato a sorridere, ed ero solo, e correvo, e la pioggia cadeva, e si portava via il tuo nome, e non sapevo più dov'è che ero, o dove sarei stato. Ma l'importante era ridere, senza sapere perché. Come fanno i bambini. Perché siamo vivi. Sì. E anche se non so dove sarò domani o che ne sarà di noi, questa cosa, qui, non ha più importanza.

C'è un tipo che sta suonando qualcosa giù in un locale.

Autunno, mi mancavi. Che cos'hai in grembo per me? Quali tragedie, quale noia, quale gioia? Sono pronto. Comunque vada, ora io sono pronto. Va' a dire a Colombo che può fermare la sua caravella e fare ritorno, che l'America ci serve viva, mica in un sogno. E che Penelope la smetta di disfare quella maledetta tela, che faccia quel che vuole. Io preferisco un'amaca.
E c'è posto per tutti qui, persino per chi migra dalle proprie paure. Siamo tutti sfollati quando non abbiamo un corpo da abbracciare. Un po' di tabacco, qualche buon progetto sul futuro, impegni, sacrifici, certo, le cose che nessuno ti dice. Che il tramonto che vedi nasconde un'intera giornata di parto, che per essere Bellezza bisogna prima aver attraversato ogni singola parte di te stesso.

E allora questa strada non è già più tanto deserta.

In marcia, si torna a casa. Si torna in sé ed è già bellissimo così.


(Cardiopoetica)

martedì 20 settembre 2016

Perfect

"Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There's a c-r-a-c-k in everything
That's how the light gets in."

(Leonard Cohen - Anthem)

venerdì 16 settembre 2016

Cosa mi piace della pioggia

Il silenzio di sottofondo
La momentanea paralisi della vita
Il brusio delle gocce
Lo sfarfallio che producono in controluce
Il bizzarro scorrere delle gocce sui vetri
Il toc toc sull'ombrello
La fulmineità dello scroscio di acqua come fosse uno sfogo del cielo
L'impotenza dell'essere umano di fronte ad essa
L'arcobaleno, scolorito o intenso che sia
La luce lattiginosa
I colori degli ombrelli che la contrastano
La semplicità con cui ogni singola goccia sembra scegliere il suo percorso, come se le loro vite fossero prive di attrito


[da continuare a piacimento]


Foto di Stefano Petrosillo

mercoledì 7 settembre 2016

Tempera

Sto temperando una matita. E' una matita molto morbida. La punta scorre liscia sotto la lama e da essa nasce una sottile fetta di legno a forma di spirale smussata, perfetta nella sua naturalezza.

Sono distratta e potrei continuare a girare la punta fino a consumarla tutta, assuefatta da questo gesto meccanico tremendamente piacevole.

Assorta nei miei pensieri, mi chiedo quanto debba durare un'esperienza gradevole per rimanere tale.
Se una scadenza è necessaria a farci apprezzare le cose della vita, allora, forse, conviene spezzettarle in tanti piccoli episodi per goderne appieno.

Eppure mi sembra di aver passato una cosa come 427 giorni a temperare, e temperare, e temperare, continuando comunque a godere, narcisisticamente, dell'affabilità di questo bastoncino di legno.

Il piacere dilata il tempo; e, tuttavia, ha anche accorciato la mia matita.
Devo decidere se valga la pena perdere i mille disegni che potrebbe tracciare, in nome del solitario appagamento che mi dà il temperarla.
Non ci metto molto a scegliere: voglio ancora poter disegnare il mare e il vento, un gatto, l'amore, il custode di un orto botanico, un sorriso, un quadro, la vita e gli alberi lungo una strada. E allora mi interrompo bruscamente, spezzando di netto la spirale di tempera.
La osservo preoccupata. No, non ha perso il suo fascino iniziale. Conserva tutta la potenziale bellezza della lunga spirale che sarebbe stata, se non mi fossi fermata, ma, in più, mi ha regalato una matita appuntita con cui viaggiare e altri futuri episodi di piacere, scadenze di felicità.

martedì 6 settembre 2016

Qualcosa di insolito

"Prima che la familiarità possa tramutarsi in consapevolezza,
ciò che è familiare deve essere spogliato della sua apparente ovvietà;
dobbiamo smettere di dare per scontato che l'oggetto in questione
non abbia bisogno di nessuna spiegazione.
Per quanto frequente, comune, modesto o banale esso sia,
lo considereremo d'ora in avanti come qualcosa di insolito."

Bertold Brecht

by Diego Cusano

martedì 30 agosto 2016

La cariatide caduta

Cariatide caduta sotto il peso della sua pietra di Auguste Rodin
<<Ma perché è in quella posa contorta?>> ribatté Ben.
Jubal osservò la sua replica della Cariatide caduta e sorrise. <<Puoi considerarlo un tour de force di passione artistica. Non mi aspetto certo che tu apprezzi le forme e le masse che rendono la figura molto più che 'contorta', ma penso che tu possa arrivare ad apprezzare ciò che voleva dire Rodin. Ben, che cosa prova la gente quando guarda un crocefisso?>>
<<Lo sai quanto vado in chiesa.>>
<<'Quanto poco' ci vai, vorrai dire. Ciò nonostante, dovresti sapere che, dal punto di vista puramente artistico e scultoreo, i crocifissi sono a dir poco atroci; in quanto a quelli dipinti realisticamente che si trovano a volte nelle chiese, trovo che siano i peggiori di tutti... Il sangue sembra salsa di pomodoro e l'ex-falegname viene solitamente raffigurato con un fisico efebico... Si trattava di un uomo vigoroso, probabilmente assai muscoloso e in ottima salute. Eppure, nonostante la pessima media delle rappresentazioni della crocifissione che ci sono in giro, per la maggior parte della gente va benissimo anche una delle peggiori in assoluto. Non vedono i difetti artistici dell'opera, ma si fermano al simbolo, che ispira le loro più profonde emozioni: ricorda loro l'agonia e il sacrificio del Signore.>>
<<Jubal ma... credevo che tu fossi ateo...>>
<<E questo che cosa c'entra? Solo perché sono ateo dovrei essere cieco e sordo davanti all'emotività umana? Sto solo dicendo che anche il crocefisso di gesso peggiore del mondo o un presepe di cartone possono essere un simbolo sufficiente a evocare nel cuore umano delle emozioni talmente forti da aver portato molti uomini a morire, e da indurre tuttora molti uomini a continuare a vivere. Di conseguenza, l'arte e l'abilità creativa con le quali vengono foggiati questi simboli hanno un'importanza minima. Ora, qui abbiamo un altro simbolo emotivo, foggiato con arte squisita, ma non è ancora il momento di entrare nel merito della questione. Ben, per oltre tremila anni, gli architetti hanno progettato palazzi con colonne fatte a mo' di figure femminili; divenne un'abitudine talmente diffusa che alla fine le facevano con la stessa facilità con cui un ragazzino calpesta le formiche. Dopo tutti questi secoli, Rodin si accorse che si trattava di un lavoro un po' pesantuccio per una fanciulla. Ma non si limitò a dire 'Guardate, idioti, se dovete per forza farlo così, fate almeno una muscolosa figura maschile'. No, lui andò più in là, mostrando loro come si faceva.... e generalizzando il simbolo. Qui viene rappresentata una povera cariatide che ci ha provato, ma ha fallito. E' crollata sotto il peso. E' una brava ragazza... guardala in faccia. E' una persona seria, si dispiace per il suo fallimento, ma non dà colpa a nessuno, nemmeno agli dèi... e in più sta ancora tentando di sorreggere quel peso, anche se sa di aver fallito.
<<Ma non si tratta solo di un esempio di buona arte che denuncia la stupidità di secoli di pessima arte; è anche il simbolo di tutte le donne che hanno tentato di tenere sulle spalle un peso troppo grande per loro, ovvero di oltre la metà della popolazione femminile morta e vivente di questo pianeta. Ma non si tratta solo delle donne; è un simbolo asessuato. Rappresenta ogni singolo uomo e donna che si è sudato la vita tenendo duro e senza lamentarsi mai, il cui coraggio non è mai stato notato finché non sono crollati sotto il peso dei loro carichi. E' il coraggio, Ben, la vittoria.
<<La vittoria nella sconfitta, poiché non esiste forma più elevata di vittoria. Lei non ha rinunciato, Ben. Sta ancora cercando di sollevare la pietra dopo che questa l'ha schiacciata. E' un padre di famiglia che continua a recarsi al suo noiosissimo lavoro anche se sa che un cancro lo sta divorando dall'interno, solo per portare la busta paga ai suoi figli. E' una ragazzina di dodici anni che cerca di accudire i suoi fratellini perché sua madre se n'è andata in Paradiso. Sono tutti quegli eroi sconosciuti che non hanno mai raggiunto il successo ma che non riuscivano a mollare.>>

(da 'Straniero in terra straniera' di R. Heinlein)

domenica 28 agosto 2016

Parachutes - Coldplay

In a haze of stormy haze,
I'll be round, I'll be loving you always, always.
Here I am and I take my time,
Here I am and I'll wait in line always, always.


venerdì 26 agosto 2016

Le donne e i gatti

"Le donne e i gatti faranno quello che vogliono
e gli uomini e i cani dovrebbero rilassarsi ed abituarsi all'idea."
(R. Heinlein)

Laban Choir

mercoledì 24 agosto 2016

Cronache Dal Bagno #5

Ho passato qualche mese a segnarmi su un taccuino delle frasi origliate casualmente stando tra la gente. Le ho trascritte qui, prendendomi la libertà di ordinarle come più mi divertiva....
"Credo molto nel cercare, non nel trovare. Questa è una grande distinzione. [...] Non credo di aver immaginato nulla. Ho solo preso nota." (Sir Norman Rosenthal)
Buona lettura!

"Guarda, guarda!"
"No.. devo dirti una cosa, ma non te la dico, perché....."
"Dai, basta. Non tutti vogliono giocare, al mattino."
"Allora cos'è successo?! Che fino a poco tempo fa io prendevo il luminor, il biologico, per il cromion.."
"Mmmh... Sì, ooook"
"Ma a te fa la schiuma?"
"Sì, poi il suo modo di suonare è unico, produce un suono incredibile"
"Io ho visto Babbo Natale in tv"
"Mi è capitato l'ultimo concerto di Max Gazzé"
"Ma poi quella gente lì quando va a lavorare è preparata?"
"No, no, per favore, no!"
"Senti, possiamo fare una cosa? Prendi come punto di riferimento, almeno per un mese, UN MESE"
"Al massimo prendo un insalata, un gelato o il caffè"
"Aspetta che ti offro io qualcosa di buono, ti porto in una delle migliori pasticcerie di Reggio, ce l'abbiamo qui a 500 metri"
"Mettiamoci direttamente dietro"
"Ma sì, ma anche a teatro lo sai che hanno sempre le prime 2 file per le autorità.. Ma poi chi cazz sono ste autorità?"
"Questa attrice qua bionda"
"Quella li c'ha delle scarpe come pare a lei."
"Ma poi è scoppiata a piangere, è uscita, è andata in bagno ed è tornata con le dita tutte insanguinate.... Sai, se le era mangiucchiate, tutte, anche le pellicine, e le sanguinava...."
"Lei spiega di merda, è molto meglio il navigatore, fidati."
"E dove va? In Patagonia?"
"Stai scherzando? Tu mi hai detto alle 4 a Bologna!"
"Sono scappato dalla prof di mate per prendere quello delle 12.47"
"Prima di chiamare la mia amica e farle venire il panico"
"Basta, trombata la prima volta poi finita lì eh"
"Paolo non sei un cagnolino, a' mamma!"
"Io ho un sacco di problemi"
"E io non sono riuscito a scaricare dal cloud. Sono sicuro che c'era un modo, ma ho dovuto scaricare tutto, canzone per canzone. Un casino insomma, ci ho perso un sacco di tempo."
"Quindi cosa facciamo? Ieri sera siamo tornate tardi"
"Dobbiamo andare a Modena, eh.."
"Mi sono rotta i coglioni di lavorare lì."
"Ma vieni qui che sei tutta nuda!!!"
"Beh ma qua non si ferma, scusi?"
"C'è solo al mattino, il mercato"
"Sei in ritardooo!"
"Sono le 9.05?"
"Parrebbe molto strano"
"Stiamo andando in viale Gramsci?......Ma no questo non va in viale Gramsci Ciccione di merda!"
"Beppee!! Avevi ragione! Li ha fatti lavare gli affettati!!"
"Sì, sono tutti contenti che stanno col bambino"
"C'hanno tante richieste, ma alla fine quando escono fanno solo statistica, statistica delle aziende, i bilanci."
"Non dico che non voglio averci più niente a che fare, però..."
"Tanto se ne sono andati, hai visto, Claudio?"
"Il terremoto non l'hanno sentito"
"Eh ma perché aveva i ricciolini"
"Ed è un sacco bello.. Ha gli occhi come.."
"A sinistra è venuta fuori una piccola cataratta. A vederla così, non sembra molto grande."
"È più grande l'aula C, state più comodi"
"Ci fanno l'Agamennone per il barone"
"Mi scusi, ma non è che ha due spiccioli da darmi?"
"Vuoi una pasta?"
"Io non scontento mica nessuno, però..."
"Domenica abbiamo bisogno di te"
"E basta!"

lunedì 22 agosto 2016

Il mio corpo

Non ho mai goduto tanto di ciò che sono, come da quando vi pongo costante attenzione.
Il mio corpo sotto assedio dalla mia coscienza è solo un frantumarsi e un riaggregarsi di microscopiche emozioni piuttosto scorrevole.
Non lo conosco per niente, sebbene credessi di averci stretto amicizia innumerevoli volte; lui sembra conoscere me in modo altrettanto sommario: credo mi abbia sempre sottovalutato, mantenendo, placidamente indisturbato, il controllo metabolico di ciò che sono.
Per quanto io tutt'ora non mi senta e non mi percepisca mai nel dettaglio,
finalmente so di avere una percentuale abbastanza alta di vita ad occupare il mio circolo sanguigno,
e una percentuale sufficientemente bassa di morte da potermi permettere di continuare questo lavoro di appropriazione della mia carne,
carne che continuerò a concepire con attenzione e scrupolosità fin quando la mia stessa concezione di essa ne diventerà parte.
Saremo un tutt'uno di atomi amici e concepiti, apparentemente amalgamati all'interno della falsa idea dell'unità,
profondamente scissi, ma innamorati.
Saremo la confusione di molecole nel mio intimo corpicino,
saremo il tempo che ho goduto,
saremo il tempo, lento e dilatato, visto al microscopio.
Femme au miroir - Joan Mirò

martedì 28 giugno 2016

Ganci

"Nella vita a volte viene il momento in cui brutto e bello svolgono più o meno la stessa funzione, quando tutto ciò che guardi non è che un gancio a cui appendere le sensazioni scomposte del corpo, e i brandelli della mente."

(A. Munro)


Internazionale: Raccontare la morte non è semplice nemmeno in Libia

di Khalifa Abo Khraisse, 21/06/16

Certamente vi sarà capitato di assistere a un incidente automobilistico, ma avete mai osservato la folla?
Ci sono quelli che aiutano, i buoni samaritani che si precipitano a dare una mano in ogni incidente. Ci sono quelli che se ne stanno lì a guardare e a dispiacersi per le vittime. E poi ci sono anche quelli che, veri prodotti di questa epoca, non si vergognano a fare un video e a condividerlo con qualche commento stupido tipo: “Oddio, farò tardi a lavoro perché queste persone hanno scelto di morire nel posto sbagliato nel momento sbagliato e mi hanno bloccato la strada”.
Ma il peggio del peggio sono gli ipocriti egocentrici che misurano l’entità di ogni disastro in base all’impatto che avrà sulle loro vite e che osservano le vittime per vedere se corrispondono al loro profilo di vittime di cui preoccuparsi: ci sono animali feriti nell’incidente? Niente animali, ok, allora non m’importa. Ci sono vittime abbastanza bianche da meritare compassione? No, ok, allora non è un mio problema, in un certo senso è colpa loro, è sempre colpa loro, perché sono ignoranti, hanno una religione diversa e appartengono a un’etnia diversa.
C’è però una cosa che tutti quelli che osservano un incidente hanno in comune, e cioè un senso di sollievo: non sono io, non è la mia gente, non sta succedendo a me, queste cose succedono sempre a qualcun altro.
Forse penserete che il fatto di essere libico mi garantisca un posto in prima fila per assistere a eventi drammatici. Sono ormai un esperto di morte, ma mi sento ancora confuso e senza punti di riferimento ogni volta che mi ci imbatto.
Continuo a tenere il conto delle persone che muoiono nella battaglia contro il gruppo Stato islamico (Is) a Sirte: fino a oggi sono 177. Ho scritto i loro nomi fino al 137°, poi non sono più riuscito a farlo.
Il mio amico Husin era il numero 55. Si era sposato solo tre mesi prima di morire. L’ultima volta che gli ho scattato una foto è stato durante una festa nel 2013, rideva e si metteva in posa davanti all’obiettivo. L’ultima volta che l’ho visto dal vivo risale a un anno fa. Non ci ho passato molto tempo insieme e lo rimpiango, così come rimpiango di non essere stato al suo matrimonio. So che in ospedale ci hanno messo un giorno interno per identificare i suoi resti. So molte cose, ma non abbastanza.
Come si può scrivere di una persona intera in poche frasi? Come posso ridurre tutto ciò che era a poche righe? Come ci riescono gli altri? Come trovano quelle frasi scolpite nella roccia? E come diavolo facciamo a sommarle facendole diventare numeri? Solo numeri, numeri quotidiani? Questi numeri non vi diranno come rideva; il suo modo di ridere mi ha sempre fatto ridere tantissimo, più delle sue battute. Come potrà questo numero anche solo cominciare a spiegarvi che grande uomo fosse?
Vorrei aver conosciuto tutti i 177 libici morti combattendo contro l’Is. Conosco solo i loro nomi, so che erano libici, che avevano speranze e sogni e sì, erano musulmani. Perciò ditemi ancora: perché i musulmani combattono contro l’Is e perché l’Is uccide i musulmani?
Questa settimana 12 uomini sono stati giustiziati in stile mafioso e i loro cadaveri sono stati scaricati a Tripoli. Erano stati rilasciati dal carcere di Al Ruwaimi, dove erano rinchiusi dal 2011 con varie accuse, poiché avevano lavorato con il passato regime. [...]
Quella stessa settimana un caro amico di mio padre è morto di infarto. Era l’ultimo dei suoi amici più cari, gli voleva molto bene, era come uno zio per me. L’ultima volta che l’ho visto risale a pochi mesi fa. Sono felice di averlo abbracciato e di aver avuto la possibilità di esprimergli tutta la mia gratitudine per essere parte della mia vita. Me lo ricordo sempre accanto me: quando mio padre ha avuto un terribile incidente e ci ha messo tanto tempo a guarire, ai matrimoni delle mie due sorelle e al funerale dei miei zii e di tutti i miei cugini.
Era una brava persona, un uomo per bene che aveva prestato servizio nell’esercito ed era andato in pensione in modo limpido e con orgoglio. Ma sapete cos’è che mi ha fatto davvero piangere? Mi sentivo così triste perché in un modo o nell’altro ero sollevato all’idea che fosse morto di infarto e non assassinato o ucciso da proiettili vaganti. Quel pensiero mi ha spezzato il cuore proprio quando pensavo che non potesse essere più spezzato di così. Quello, e il fatto che non si è mai davvero cresciuti, in un certo senso si è ancora bambini, fino al giorno in cui si vede piangere il proprio padre: in quel momento si rompe qualcosa dentro e non si è più gli stessi.
Sono stati rari i momenti in cui mio padre si è aperto e ha mostrato le sue emozioni, e non dimenticherò mai quando mi ha detto: “Era l’ultimo amico che mi restava in vita, adesso sono solo”. Volevo dire a mio padre che è stato fortunato, perché avevano trascorso insieme tutta una vita, perché erano riusciti a vedere i rispettivi figli. Volevo dirli che avrei scambiato tutta questa rivoluzione, l’avrei restituita e sarei tornato alla situazione di prima se questo mi avesse restituito anche un solo amico, anche solo per un altro giorno.
Non so davvero come funzioni il lutto: pensi di essere forte abbastanza, l’hai già visto, ti aspetti che le cose che succedono a te e intorno a te ti cambieranno in un modo o nell’altro, pensi che tutto questo renderà immune il tuo cuore. Be’, in effetti mi hanno cambiato: mi hanno reso più vulnerabile.
[...]
Per l'articolo intero: http://google.com/newsstand/s/CBIw6eD80yU

mercoledì 15 giugno 2016

giovedì 9 giugno 2016

Virtue

"Virtue is more to be feared than vice, because its excesses are not subject to the regulation of conscience."

(Adam Smith)

venerdì 25 marzo 2016

Groviglio di ombelichi

"Il corpo non è una cosa ottusa con cui lottiamo per liberarci.
Nella debita prospettiva, è una navicella spaziale, una serie di incroci atomici, un groviglio di ombelichi neurologici verso altri mondi e altre esperienze."

(C. P. Estés)

giovedì 10 marzo 2016

Tratto da una storia vera

Donna con bastone della scopa che sale su un autobus, oggi è stanca di volare.
Donna che mangia patatine su una panchina, oggi è stanca di dimagrire.
Donna che ride ad un messaggio ricevuto.
Donna vestita bene che si muove come se sapesse di essere proprio vestita bene.
Donna scollata, alta e formosa che cammina dritta sui tacchi a punta, che le indicano sempre la direzione in avanti.
Donna ricurva sui suoi pensieri, i capelli bianchi tendine sul viso. Si ritira nella capanna della sua saggezza.
Donna sola che gestisce un bar.
Donne modellino disegnate sui libri di anatomia e il mio orgoglio nel notare che mi somigliano. Sono anatomica.
Donne manichino affettate a metà. Per fortuna, sono solo anatomica e non manichinica.
Donne che nei film corrono e inciampano sempre. Donne che nei film svengono per l'emozione.
Donne che, nella realtà, partoriscono figli di mariti svenuti.
Donna che si butta nel laghetto ghiacciato per salvare il suo cane.
Donna con lo sguardo fisso nel vuoto, cerca di ricordare la formula magica.
Donna che non vuole occupare spazio e si raccoglie in se stessa.
Donna che danza abbracciata ad un paziente per cercare il suo equilibrio.
Donna per strada che canta. Donna che fischietta.
Donna con i piedi ben saldi a terra che guarda le nuvole.
Donna nera gentile ed educata,
Donna rosa che guarda come sono vestita.
Donna che si è tolta le scarpe in treno.
Donne che guidano benissimo,
Donne che guidano treni, pullman, autobus, tram e biciclette.
Donna che spegne un incendio, ma che sa accendere il fuoco nelle anime altrui,
E donna che caccia fantasmi di fumo di sigaro.
Donna che scrive fiabe.
Donna che ride di gusto.
Donna incinta che nuota davanti a me. Bimbo che galleggia nella mamma galleggiante davanti alla me galleggiante.
Donna che dipinge case col vento su una tovaglia.
Donna col cuore che batte più forte di un tuono,
Donna elettrica che ha preso la scossa.
Donna che vince le elezioni?
Donna con gli occhi enormi e il sorriso bianco.
Donna che assomiglia ad un personaggio di indovina chi.
Donna che legge la mano.
Donna che vende dolciumi.
Donna con gli occhiali troppo spessi per affrontare leggera la vita.
Donna forte che non teme la stanchezza.
Donna che scherza col marito, Marito che scherza con la donna.
Donne sedute a gambe incrociate, cosa temete?
Donne temute.
Donna che riordina, donna che dà gli ordini.

Quanto siamo belle? E non è neppure l'8 marzo.

lunedì 18 gennaio 2016

Premio di consolazione

"Le risposte sono un premio di consolazione,
non hanno un gran significato.
Quel che importa è quando le porte si aprono e riesci ad andare più a fondo nel mistero,
in uno spazio non concettuale,
in una rappresentazione fedele del mondo che non è fatta di fatti,
ma si basa sul flusso che cambia sempre
e che, per questo, non può essere fermato."

Richard Gere

giovedì 14 gennaio 2016

Consonanti mute

E lasciami dire che le cose che scrivo,
- che si scrive -
sono solo finali di consonanti mute.
Sì, quelle impronunciabili.
Ottusi suoni
definitivi e irripetibili
per la loro mancanza di sobrietà.
Voluminosi assoli,
goffamente nascosti sotto la pretesa di somigliare a leggere vocali,
che vorremmo sentire cantate per sempre nel tempo a venire,
come sommesso sfogo di urla,
taciute sotto il nome della poesia.
Non è forse questo un abuso
di ciò che consideriamo di più alta elezione?
Una maschera indossata sul volto
per assegnarci il diritto
di segnare spessi confini, consonanti e muti?
Chi è il poeta
per deturpare le ali della libertà melodica di questa nostra vita,
solo con un nome o una piccola rima?
Amalia Mora

domenica 3 gennaio 2016

Prospettiva

"Prospettiva è una parola magnifica, che unisce il senso dello spazio e quello del tempo”

Luca De Biase

sabato 2 gennaio 2016

Lettera dal futuro

"Ti scrivo oggi da un posto che chiamano futuro, ma cui ho dato il nome di possibilità.
Le cose che mi circondano hanno il sapore della cenere, più volte le ho disintegrate, più volte le ho ricostruite.
Tutto è momentaneo e prigioniero dei calendari retrogradi e recidivi.
Il tempo è un maggiordomo fedele, custode del Vuoto, sacerdote delle emozioni, nei sobbalzi legge il mutevole ciclo. E la Storia è uno schiavista che non ha pietà dei suoi figli.
Non mi appartengono le biografie di certi scrittori, le loro tristezze, la nostalgia dei loro oceani. Sono ben lontano dalla fotografia spezzata di una solitudine che credono di colmare con la scrittura.
Questo sarà un anno bisestile: è il giorno in più che il condannato a morte chiede per vedere un'altra alba, poiché sopravvivere non è una scelta, ma un istinto innato.
Alzo lo sguardo al cielo, oltre questa giungla di nidi di cemento, alle stelle impotenti e mute di tutto quel che è stato il dolore, le preghiere, le attese stupide e finte, di me e di tutti quelli che sono stati e di quelli che verranno ancora.
Non sono queste però le belle parole di un discorso comune a tutti.
Calligrafia, segno, accenti: tutto è nel mio sangue, scovato e assediato.
Non cercavo ragioni, né rimedi, ma strade.
Attendere se stessi non è mai un'illusione: è la sola vera ricerca.
Appartenersi è il punto di ritorno.
Abbi di te la cura che dio non riserva ai destini degli uomini."

Cardiopoetica

venerdì 1 gennaio 2016

Aprire le dita

Abbiamo bisogno di avere
Debiti, per farci desiderare
Abbiamo bisogno di credere
Alla fedeltà, per amare
Abbiamo il senso di una vita
Dentro al palmo di una mano
O è solo paura di aprire le dita
E lasciarci andare invano