lunedì 26 settembre 2016

The Sound Of Silence - Disturbed


N.B. Da ascoltare a tutto volume. In silenzio.

Lyrics

Hello darkness, my old friend
I've come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone
‘Neath the halo of a streetlamp
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never share
No one dare
Disturb the sound of silence

“Fools” said I, “You do not know
Silence like a cancer grows
Hear my words that I might teach you
Take my arms that I might reach you”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming
And the sign said “The words of the prophets
Are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence

domenica 25 settembre 2016

Io preferisco un'amaca

Ma quanto è deserta la strada questa sera?

Ho un amico che mi sta chiamando da un altro continente.

Allora è vero che settembre ha un po' di tristezza, che tutto sembra ancora luminoso, ma è una luce che ci scivola via mentre tentiamo di afferrarla.

Do un calcio a un sasso.

E so perfettamente quand'è che sono tornato a sorridere, ed ero solo, e correvo, e la pioggia cadeva, e si portava via il tuo nome, e non sapevo più dov'è che ero, o dove sarei stato. Ma l'importante era ridere, senza sapere perché. Come fanno i bambini. Perché siamo vivi. Sì. E anche se non so dove sarò domani o che ne sarà di noi, questa cosa, qui, non ha più importanza.

C'è un tipo che sta suonando qualcosa giù in un locale.

Autunno, mi mancavi. Che cos'hai in grembo per me? Quali tragedie, quale noia, quale gioia? Sono pronto. Comunque vada, ora io sono pronto. Va' a dire a Colombo che può fermare la sua caravella e fare ritorno, che l'America ci serve viva, mica in un sogno. E che Penelope la smetta di disfare quella maledetta tela, che faccia quel che vuole. Io preferisco un'amaca.
E c'è posto per tutti qui, persino per chi migra dalle proprie paure. Siamo tutti sfollati quando non abbiamo un corpo da abbracciare. Un po' di tabacco, qualche buon progetto sul futuro, impegni, sacrifici, certo, le cose che nessuno ti dice. Che il tramonto che vedi nasconde un'intera giornata di parto, che per essere Bellezza bisogna prima aver attraversato ogni singola parte di te stesso.

E allora questa strada non è già più tanto deserta.

In marcia, si torna a casa. Si torna in sé ed è già bellissimo così.


(Cardiopoetica)

martedì 20 settembre 2016

Perfect

"Ring the bells that still can ring
Forget your perfect offering
There's a c-r-a-c-k in everything
That's how the light gets in."

(Leonard Cohen - Anthem)

venerdì 16 settembre 2016

Cosa mi piace della pioggia

Il silenzio di sottofondo
La momentanea paralisi della vita
Il brusio delle gocce
Lo sfarfallio che producono in controluce
Il bizzarro scorrere delle gocce sui vetri
Il toc toc sull'ombrello
La fulmineità dello scroscio di acqua come fosse uno sfogo del cielo
L'impotenza dell'essere umano di fronte ad essa
L'arcobaleno, scolorito o intenso che sia
La luce lattiginosa
I colori degli ombrelli che la contrastano
La semplicità con cui ogni singola goccia sembra scegliere il suo percorso, come se le loro vite fossero prive di attrito


[da continuare a piacimento]


Foto di Stefano Petrosillo

mercoledì 7 settembre 2016

Tempera

Sto temperando una matita. E' una matita molto morbida. La punta scorre liscia sotto la lama e da essa nasce una sottile fetta di legno a forma di spirale smussata, perfetta nella sua naturalezza.

Sono distratta e potrei continuare a girare la punta fino a consumarla tutta, assuefatta da questo gesto meccanico tremendamente piacevole.

Assorta nei miei pensieri, mi chiedo quanto debba durare un'esperienza gradevole per rimanere tale.
Se una scadenza è necessaria a farci apprezzare le cose della vita, allora, forse, conviene spezzettarle in tanti piccoli episodi per goderne appieno.

Eppure mi sembra di aver passato una cosa come 427 giorni a temperare, e temperare, e temperare, continuando comunque a godere, narcisisticamente, dell'affabilità di questo bastoncino di legno.

Il piacere dilata il tempo; e, tuttavia, ha anche accorciato la mia matita.
Devo decidere se valga la pena perdere i mille disegni che potrebbe tracciare, in nome del solitario appagamento che mi dà il temperarla.
Non ci metto molto a scegliere: voglio ancora poter disegnare il mare e il vento, un gatto, l'amore, il custode di un orto botanico, un sorriso, un quadro, la vita e gli alberi lungo una strada. E allora mi interrompo bruscamente, spezzando di netto la spirale di tempera.
La osservo preoccupata. No, non ha perso il suo fascino iniziale. Conserva tutta la potenziale bellezza della lunga spirale che sarebbe stata, se non mi fossi fermata, ma, in più, mi ha regalato una matita appuntita con cui viaggiare e altri futuri episodi di piacere, scadenze di felicità.

martedì 6 settembre 2016

Qualcosa di insolito

"Prima che la familiarità possa tramutarsi in consapevolezza,
ciò che è familiare deve essere spogliato della sua apparente ovvietà;
dobbiamo smettere di dare per scontato che l'oggetto in questione
non abbia bisogno di nessuna spiegazione.
Per quanto frequente, comune, modesto o banale esso sia,
lo considereremo d'ora in avanti come qualcosa di insolito."

Bertold Brecht

by Diego Cusano