venerdì 17 agosto 2012

Uno di quei sogni

Chiudo gli occhi appena e il letto subito si allunga, si allarga, si solleva nella stanza, perde forma e colore; è diventato un libro.
Tu non ci sei e le pagine della tua parte di letto si sollevano, mi avvolgono e mi nascondono al vento. Il tuo odore non mi arriva più.
Sono già fuori, volo sopra i tetti dissestati del centro, sono sopra al mondo che conosco, ma non mi manca mentre lo abbandono. Gli leggo le parole del lenzuolo che mi abbraccia stretto, ma non sente, il suono della lettura mi fa scivolare via ancora più in fretta.
Più veloce più rapido più soffice l'aria intorno, è neve è panna è un mare di latte. Tu sei un puntino nero sulla cresta dell'onda. Diventi una virgola, e poi una piccola a, e poi una frase intera. "Ecco, ho finalmente scritto di te", penso.
Inchiostro di stelle su un cielo notturno, mi indichi la strada di casa; bianco sole in una rossa scia, brilli sotto ai miei piedi. Allunghi la mano sulla mia vita e mi tieni stretto tra le tue dita.
Apro gli occhi appena, sei qui, una mano che mi tiene per non farmi volare più via, e io mi sento a casa, dopo così tanto tempo.

1 commento: