domenica 19 luglio 2015

Domenica

Di fronte, un terrazzino silenzioso.
Un negozio di Cappelli chiuso. Si chiama "Cappelli".
Pietre grigie, anche loro senza fantasia.
Antenne storte sui tetti e impalcature.
I ricordi di Ottobre. Afa e dolore.
Parcheggi vuoti, senza auto sono solo pavimenti a strisce.
Donna al telefono, chissà di quali problemi racconta, chissà se qualche problema altrui lo ascolta.
Uno scivolo su cui farei volentieri giocare la mia vita e invece faccio solo scivolare la matita tra le dita.
Musica lontana. Una coppia di fronte a me guarda il proprio telefono senza parlare. Si può essere lontani anche se si sente la musica dalla stessa identica distanza.
Ho uno strano modo di tenermi compagnia (un taccuino e un po' di malinconia), ma la vita di domenica mi piace, è un assaggio del sapore della pace.
Un bimbo in bici che parla in bi-cinese. La cinetica dei bambini cinesi che usano i bicicli chiaccherando in cinese.
Alla fine mi piace stare qui da sola, avrei voglia di stare qui ancora, solo per osservare quello che sta per venire, solo per rallentare questo tempo che sembra essere sempre da scandire, in piccole gioie, piccole cose, grandi persone.
Sembra non esserci più nulla da dire, la domenica è solo una fuga dall'avvenire.

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